giovedì 29 dicembre 2016

COME MIGLIORARE LA QUALITA' DELL'ARIA E RIDURRE LE EMISSIONI DI CO2

La fine dell'anno è solitamente il momento in cui ognuno riflette su quanto fatto per capire se possiamo congratularci con noi stessi o per trovare nuovi modi per fare meglio in futuro.
Ti sei mai chiesto quanta CO2 produci con i tuoi spostamenti?
Se è vero che l'edilizia ha un notevole impatto ambientale sia in fase di costruzione, che di gestione, che di smaltimento, è vero anche che il comportamento delle persone incide moltissimo sia sulla corretta gestione di un edificio sia sul contenimento delle emissioni di gas serra in generale dovuti agli spostamenti.

 mobilità sostenibile

A questo proposito voglio prendere spunto dal report “Verso una mobilità pulita e intelligente”, recentemente pubblicata, per riflettere sull'impatto dei miei spostamenti in termini di CO2 emessa durante l'anno.

Ogni anno l'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) pubblica “Segnali”, un rapporto che riassume i temi di interesse sia per il dibattito ambientale che per il grande pubblico. L'edizione del 2016 ha come tema centrale i trasporti e la mobilità.

In sintesi cosa dice il Report Europeo?
I trasporti collegano persone, culture, luoghi, merci, servizi e per questo possono contribuire a migliorare la qualità della vita, ma hanno anche un ruolo decisivo nel plasmare il modo in cui viviamo. Grazie alla mobilità oggi ci è possibile percorrere quotidianamente tratte più lunghe rispetto al passato e possiamo acquistare prodotti che solo alcuni decenni fa non sarebbero stati disponibili. Tuttavia, il nostro attuale modello di trasporti ha un notevole impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana, generando un quarto delle emissioni di gas serra dell’Unione Europea, causando inquinamento atmosferico (metalli pesanti e miscele varie di idrocarburi, di idrossidi di azoto, di monossido di carbonio ecc), inquinamento acustico e frammentazione degli habitat. A questo si aggiunge una vulnerabilità intrinseca dovuta sia alla dipendenza dalle fluttuazioni dei prezzi del carburante, poiché il 90 % del petrolio necessario è importato, sia alle variazioni e all’instabilità del mercato globale dell’energia.


mobilità sostenibile 2

Se è vero che i mezzi di trasporto sono sempre più efficienti, per ogni chilometro percorso consumano meno carburante e rilasciano meno inquinanti rispetto al passato, è anche vero però che il numero di veicoli su strada è in continuo aumento e anche le distanze percorse sono sempre maggiori. Secondo le stime della Commissione europea, la domanda di trasporti, già significativamente alta, tenderà a crescere in futuro: il trasporto passeggeri avrà un incremento del 50% entro il 2050 e il trasporto merci dell'80 % rispetto al 2013. Anche per l'Italia la previsione non è diversa. Tra l'altro ti sarà sicuramente capitato di leggere o sentire al TG di città grandi e piccole, magari anche la tua, che a causa di superamenti del livello di criticità della qualità dell'aria pongono periodicamente divieti di circolazione.
Ecco perché l’Unione europea guarda con interesse alla decarbonizzazione del settore dei trasporti. Ma il procedimento sicuramente richiede tempo.

In generale cosa si può fare per migliorare la qualità dell'aria e ridurre le emissioni di CO2?
È necessaria una combinazione di misure, tra cui una migliore pianificazione urbana, miglioramenti tecnologici, un uso più ampio dei carburanti alternativi. In termini di mobilità, è necessario creare reti di trasporto ben costruite per garantire ad esempio che la città e il suo immediato intorno sia percorribile a piedi e in bicicletta.
Le persone dovrebbero essere in grado di spostarsi facilmente e in modo leggero, non solo nel loro quartiere ma anche in zone a distanze comprese tra i 5 e i 10 chilometri. Si può arrivare anche a 20 Km con una rete di piste idonea e con una bicicletta ben mantenuta (non è necessario che sia professionale).

Come compiere delle scelte ecologiche tra le varie possibilità di trasporto?
Esistono diverse opzioni di trasporto: dagli spostamenti a piedi alle auto elettriche, ai treni ad alta velocità. Ma alcune soluzioni sono più ecologiche di altre e scegliere quella che genera la minore quantità di emissioni non è sempre facile. Un modo semplice per misurare l’impatto ambientale è prendere in considerazione le emissioni di CO2 per passeggero a chilometro percorso.

grammi CO2


Come si possono calcolare le proprie emissioni di CO2?
Io ho fatto così: in base a quanto riportato nel rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente dove vengono prese in considerazione diverse modalità di trasporto, utilizzando il numero medio di passeggeri per ciascuna modalità, ho calcolato le emissioni correlate ai chilometri percorsi in auto e con gli altri mezzi che ho utilizzato.

Durante l'anno capita a tutti di fare spostamenti più o meno lunghi, viaggi di lavoro e per svago, nel mio caso in base ai vari impegni lavorativi in città, che solitamente sbrigo a piedi o in bicicletta entro i 7 km di distanza o in auto per distanze maggiori, e calcolando i viaggi fatti in treno e aereo ho ricostruito la mappa dei km percorsi. In totale nel 2016 ho percorso 18000 km, di cui 7000 km a piedi o in bicicletta con conseguente nessuna emissione di CO2, 2000 km in aereo, circa 1700 km in treno, ma soprattutto altri 7300 km in auto singola o di gruppo con conseguente significativa produzione di CO2. In sintesi la mia produzione annuale di anidride carbonica è di 1400 kg. Dato che la cifra in se può apparire poco significativa ho calcolato la corrispondente quantità di alberi necessaria per compensare il mio impatto ambientale. Il risultato è che sono necessari 47 grandi alberi per pareggiare il conto con l'ambiente. Questo corrisponde circa a 470 mq di bosco se si considera un grande albero ogni 10 metri quadrati.

Ovviamente non possiedo un bosco. A dire la verità ho solo un piccolo giardino, un francobollo direi. Quindi è evidente che dovrò fare miglioramenti nel 2017 per quello che riguarda l'impatto dei miei spostamenti di lavoro e di svago prediligendo ancora di più la mobilità leggera e i mezzi meno inquinanti.


Verifica anche tu la tua impronta di carbonio attraverso questo foglio elettronico per calcolare le tue emissioni di CO2 e fammi sapere il risultato.

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Giulia Bertolucci architetto

giovedì 8 dicembre 2016

COME INDIVIDUARE I COSTI NASCOSTI DI UNA CASA

Scegliere la casa in cui vivere comporta un ingente investimento di denaro e pazienza, per questo prima di spendere è bene fare tutte le valutazioni del caso per poter scegliere in modo consapevole. Hai intenzione di comprare casa o affittarne una? Allora ti consiglio di leggere attentamente l'attestato di prestazione energetica perchè quello ti dirà molto della casa che ti interessa.

costi gestione casa

Incidenza dei costi di gestione di una casa:
mutuo 53%; riscaldamento 16%; tasse 7%; energia elettrica 5%; gas 4%; manutenzioni 4%; acqua 3%; telefono 2%   
    (img. credits: AxS)

La norma ha reso obbligatorio allegare all'atto di compravendita o di affitto l'attestato di prestazione energetica. Gli annunci immobiliari devono obbligatoriamente dichiarare la classe energetica dell'immobile. Ti consiglio di prestare molta attenzione alla classificazione dell'immobile che ti interessa perché ti può rivelare costi nascosti che dovrai sostenere in seguito.

Documentandoti hai sicuramente capito che la classe energetica A è la migliore dal punto di vista dei consumi e la G all'opposto è la peggiore, ma se ti chiedessi: la classe B ha consumi più bassi della D? Forse risponderesti che la prima è meglio della seconda. Non è sempre vero, perché all'interno delle varie classificazioni esistono diversi livelli di consumi e può accadere che una casa classe B abbia consumi più alti rispetto ad una classe C o D.

Questo dipende dal sistema di certificazione. La normativa italiana definisce i limiti delle classi energetiche in base al rapporto tra la superficie disperdente e il volume dell'edificio. Questo porta ad avere scale di classificazione diversa, con limiti di riferimento per l'EPi differenti, a seconda che si tratti di appartamenti, case a schiera, case singole ecc.
Inoltre per la stessa classe G, sempre la più energivora, esiste un valore limite e non un intervallo di riferimento, per cui si possono avere diversi livelli di consumo e quindi diversi costi annuali in bolletta.

Attenzione però la classe energetica da sola non ti dice quanto consuma un edificio, ma il numerino che è scritto a fianco, espresso in kWh/mq anno, certamente sì. Mi riferisco all'EPi che dal 2012 deve essere esplicitato assieme alla classe energetica anche negli annunci immobiliari. Attraverso quello, con una trasformazione, è possibile quantificare il costo di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria annuale.

Cos'è l'EPi? Per esteso è l'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale ed è un parametro utilizzato proprio per valutare l'efficienza energetica di un edificio. Nello specifico esprime il consumo totale di energia primaria per il riscaldamento invernale. Questo indice infatti tiene conto del rapporto tra l'energia necessaria per portare un ambiente alla temperatura di 18°C e la sua superficie utile o volume.

Un utile esempio:
ho preso degli annunci immobiliari della mia città e li ho messi a confronto.
Ho selezionato 4 case con caratteristiche identiche, cioè tutti appartamenti posti in zona residenziale, prossimi al centro storico, nella stessa fascia di prezzo e la stessa dimensione (tra 50 e 60 mq), identica tipologia d'impianto di riscaldamento ma con classi energetiche e consumi diversi.

confronto costi classi energetiche
La prima cosa, forse scontata, che salta all'occhio è la notevole differenza in termini di costi di gestione tra classe energetica A, classe C e classe G.

La seconda cosa importante è che le due classi G non sono identiche, cioè i due appartamenti non hanno lo stesso valore di EPi, anzi sono notevolmente diversi. Di conseguenza saranno molto diversi i costi di gestione, cioè la bolletta energetica. Questo significa che nel primo caso la spesa stimata in bolletta sarà oltre i 1000 euro l'anno, mentre per il secondo caso saranno inferiori ai 700 euro l'anno. Da notare che sto parlando di spese per un appartamento medio piccolo, tra 50 e 60 mq. Ovviamente a parità di caratteristiche, all'aumentare della superficie i costi della bolletta aumentano notevolmente.

Per farti capire bene l'importanza del valore EPi ho scelto di non mettere in gioco altre variabili valutando case identiche, ma deve essere chiaro che questo è il valore da guardare in ogni caso in cui tu voglia valutare il costo aggiuntivo per il mantenimento di una casa.

Proseguendo con l'esempio: gli appartamenti selezionati rientrano tutti nella fascia di prezzo tra i 140 e i 150.000 euro, è possibile quindi fare un'ipotesi di mutuo. Supponendo di fare un mutuo a tasso fisso per trent'anni, la rata annuale sarebbe intorno ai 7000 euro a cui aggiungere le spese di gestione tra cui quella per la bolletta energetica che può variare da oltre 1000 euro/anno per il classe G a circa 170 euro/anno per la casa classe A. In sostanza è come incrementare il mutuo del 14% per il classe G e solo del 2% per il classe A. Questo ovviamente è un dato molto semplificato che non considera l'aumento del prezzo dell'energia che si potrà verificare nei trent'anni, l'inflazione, gli interessi, il tasso di rendimento interno ecc, ma mi serve per evidenziare che ci sono costi spesso sottovalutati in fase di acquisto di una casa e che hanno un peso notevole negli anni.
Conclusioni:

Nella scelta della casa dove vivrai certamente hanno un notevole peso considerazioni legate agli aspetti estetici e percettivi, lo stato di manutenzione, le condizioni di salubrità, la vicinanza con il posto di lavoro o la scuola dei figli, ma di sicuro riflettere sul tema dei costi di gestione ti permette di fare una scelta più consapevole per il tuo futuro.

Certamente ti consiglio di richiedere l'attestato di prestazione energetica PRIMA dell'atto di transazione (acquisto o affitto che sia non importa) in modo che tu possa visionare il documento e capire i consumi stimati e quali sono gli interventi raccomandati. Così potrai farti un'idea di quanto ti costerà in futuro l'immobile, sia in mantenimento/gestione sia per le migliorie. Se non ti senti sicuro devi farti assistere da un professionista specializzato che sappia veramente capire la correttezza delle informazioni che vengono fornite e interpretare i dati.

Inoltre non ti puoi fermare a considerare solo la cifra che pagheresti per l'acquisto della casa, ma è meglio valutare anche il costo che dovresti sostenere annualmente per la bolletta energetica. Questo ha ancora più impatto se lo aggiungi al costo annuale del mutuo che probabilmente farai per l'acquisto.


Rodolfo Collodi architetto



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