giovedì 27 luglio 2017

MEGLIO IL CAPPOTTO TERMICO o CAMBIARE GLI INFISSI?


Se stai pensando di ristrutturare la tua casa ti sarai certamente chiesto quale può essere l'intervento più efficace, quello che ti permette di ottimizzare l'investimento, quello che migliorerà le prestazioni facendoti risparmiare in bolletta e vivere meglio. In questo articolo torno ad essere concreta e parlo proprio del dilemma cappotto termico o sostituzione infissi?

A voler fare le cose fatte bene la questione è più complicata di quello che sembra, perché non esiste una risposta unica.

Cappotto termico o infissi
img credits: Ovsyannykov and Von-Appen on Unsplash

I fattori da considerare sono vari:

Prima di tutto la tipologia della casa in cui ti trovi,
cioè vivi in una casa singola o in condominio? E' facile da capire infatti che un isolamento termico a cappotto è meno semplice da installare se si è soli a volerlo in una situazione condominiale, quindi in questo caso sostituire tutti gli infissi potrebbe essere l'unica soluzione percorribile. Ma sarebbe veramente utile?

Poi molto importante è sapere in che periodo è stata costruita la casa e quali sono i materiali prevalenti, perché le tecnologie di costruzione possono essere molto diverse e di maggiore o minore qualità proprio dal punto di vista del risparmio e del comfort interno.

Come scegliere?

E' bene sapere che un involucro edilizio di spessore 30 cm scarsamente isolato può avere un valore di trasmittanza di 1,2 fino a 3 W/mqK, a seconda del materiale di cui è composto, mentre una finestra con vetro semplice può avere una trasmittanza pari a 5 fino a 6 W/mqK. Gli stessi componenti ad alte prestazioni possono arrivare, per le murature a 0,22 W/mqK, o anche valori inferiori, e 0,6 W/mqK per le finestre con vetri multipli. Quindi anche nella migliore delle condizioni gli infissi sono molto più disperdenti delle murature.

Detto questo se hai una casa in muratura di pietra, o mattoni, con piccole finestre probabilmente fare il cappotto termico è la soluzione più efficace, perché si isolano le pareti esterne che, in termini di superficie, rappresentano la parte maggiore dell’involucro dell’edificio.

Al contrario se la tua casa è degli anni '80 probabilmente ha delle grandi finestre con telaio in alluminio e allora andare a sostituirle tutte con finestre a taglio termico e vetri ad alte prestazioni inciderà maggiormente sulle dispersioni e quindi sul risparmio in bolletta e sul comfort invernale ed estivo.

Edificio disperdente finestre
img credits: Von-Appen on Unsplash e Studio AxS




In realtà la questione non è mai così scontata perché se invece l'edificio è degli anni '50 probabilmente avrà delle finestre di dimensioni contenute e le murature potrebbero essere del tipo a cassetta non isolate. In questo caso allora l'intervento più efficace potrebbe essere proprio quello di riempire la parete di isolante, senza nemmeno fare un cappotto termico esterno o sostituire le finestre.

Questi sono alcuni esempi per farti capire che le condizioni in cui ti trovi possono essere diverse e che solo in base a quelle è possibile stabilire qual'è l'intervento migliore.

Per una vera riqualificazione energetica la scelta non è mai scontata anche perché per individuare qual'è l'intervento più giusto si devono considerare le caratteristiche dell'isolante termico che si deve mettere in opera e degli infissi che si vogliono installare. Insomma è necessario fare delle simulazioni e poi mettere in relazione:
  • la situazione attuale a livello di consumi e comfort,
  • la prestazione che si ottiene a seconda degli interventi possibili e dei materiali utilizzabili,
  • l'investimento economico da sostenere,
  • la possibilità di sfruttare incentivi o detrazioni fiscali,
  • i tempi di ammortamento.

Volendo valutare la correttezza di un intervento di isolamento termico e l'effettiva riuscita in termini di efficientamento e risparmio faccio l'ultimo esempio riferendomi all'esperienza fatta.

E' capitato tempo fa di dover valutare la fattibilità di un intervento di efficientamento di un edificio realizzato in pietra con finestre molto piccole, come si usava anticamente.

La simulazione ha dimostrato che il maggior miglioramento ottenibile era attraverso l'isolamento termico delle pareti perimetrali e del tetto, ma anche del solaio verso le cantine non riscaldate. L'approfondimento ha poi permesso di scegliere il materiale adeguato per ogni lato della casa, cioè di isolare l'involucro edilizio con materiali diversi a seconda che si trattasse del tetto o delle pareti, e per quello che riguarda le pareti è stato possibile individuare i materiali più giusti a seconda che si trattasse della parete verso nord o meno. Il risultato è stato la trasformazione di un edificio in pietra molto disperdente in una casa in classe A estremamente confortevole, che ha mantenuto i caratteri originari ed è capace di produrre la maggior parte dell'energia necessaria al riscaldamento grazie anche al contenimento delle dispersioni.

Edificio disperdente murature
img credits: Marco-Gaspar on Unsplash e Studio AxS



Conclusione

Affrontare un intervento di efficientamento energetico può portare certamente dei vantaggi in termini economici a lungo termine e anche di miglioramento della vivibilità immediata della casa, ma la scelta di come intervenire e su cosa investire è tutt'altro che semplice.

Capita di sentir raccontare di consigli ricevuti riguardo ai miracoli degli intonaci isolanti. Beh, non ti fidare! Quelli sono veramente di scarsa efficacia.

Se hai letto attentamente gli esempi che ho fatto, allora hai capito che se vuoi investire nella riqualificazione energetica della casa non puoi affidarti a soluzioni poco ponderate. Ti consiglio assolutamente di rivolgerti a chi è capace di considerare tutte le variabili, fare un bilancio tra risparmio energetico, spesa da sostenere e benessere ottenibile, insomma di proporti un'analisi costi-benefici e di indirizzarti al meglio nelle scelte.

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Giulia Bertolucci architetto




venerdì 14 luglio 2017

IL SEGRETO DELLE CITTA' ECOLOGICHE

Le città devono oggi attivare sistemi di rigenerazione urbana che comprendano l'ecologia, il basso impatto ambientale e la socialità come assi portanti.
Sentito mai parlare di Capitali Verdi? Non si parla di soldi, ma di città. Le città che consapevolmente e grazie a personaggi lungimiranti riescono a dotarsi di programmi efficaci per lo sviluppo futuro che coniughi economia con ecologia, socialità con integrazione, qualità con salubrità.

Nantes Capitale verde

Ogni anno a livello Europeo viene attribuito il riconoscimento di 'Città verde', Nantes è una di queste. La 'Venezia d'Occidente' è stata la meta di un recente viaggio.

Da anni Nantes sta programmando la sua crescita coordinata con i comuni minori che si trovano nell'area metropolitana secondo un processo di pianificazione territoriale estesa. Il modello è quello della città policentrica, articolata in varie polarità collegate, complementari tra loro ma autosufficienti dal punto di vista dei servizi, delle residenze e delle opportunità lavorative.

Come è potuta diventare Capitale Verde?

Nantes è la sesta città della Francia in ordine d'importanza con un'area metropolitana di 600000 abitanti e dalla fine degli anni '90 ha attuato una politica di trasporto sostenibile e di sviluppo della città finalizzata a ridurre l'utilizzo dell'auto e a supportare l'uso di mezzi pubblici e della viabilità leggera. Il suo sindaco (fino al 2014) Rimbert artefice del cambiamento sostiene che la tramvia è stata, e continuerà ad essere, un forte motore per lo sviluppo urbano. Ma la pianificazione territoriale, grazie all'applicazione del programma Agenda 21, ha assunto anche i temi dell’ecologia e della sostenibilità economica e sociale come punti strategici per lo sviluppo, prendendo a riferimento un orizzonte temporale lungo 20 anni.

Le priorità sono: lotta ai cambiamenti climatici, il risparmio energetico e le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità e lo sviluppo delle eco-tecnologie, la realizzazione degli eco-quartieri, l’equità territoriale e sociale basata sul riconoscimento e la valorizzazione delle diversità e sul coinvolgimento della popolazione.

Quale strategia ha usato Nantes?

Lo schema generale del programma prevede un massiccio intervento edilizio, per far fronte al previsto aumento della popolazione (fino a 100000 nuovi abitanti in 20 anni), di cui l'87% dovrà essere realizzato con interventi di rinnovo urbano senza ulteriore consumo di suolo, prevedendo anche la realizzazione di nuovi servizi e spazi d'incontro per elevare la qualità urbana di alcune zone. Di tutto questo intervento immobiliare la norma francese prevede che il 25% delle residenze debba essere destinato ad edilizia sociale garantendo la stratificazione e l'integrazione di culture diverse.

La strategia applicata è la programmazione di una serie continua di interventi, anche circoscritti, basati sulla logica del restauro e ristrutturazione dell'esistente, prima che di sostituzione, ammettendo però l'innovazione architettonica e funzionale. Questo approccio alla pianificazione è di tipo aperto e consente ampi margini di adattamento nel tempo. Consente inoltre l'attivazione di processi di partecipazione attiva della cittadinanza.

Un ruolo importante nell'attuazione (tutt'ora in corso) della strategia di rigenerazione di Nantes e della sua area metropolitana è svolto da alcuni progetti dal valore strutturale, come la riqualificazione di alcuni grandi quartieri popolari e di alcune aree dismesse, e la realizzazione di svariate nuove linee tranviarie. A questi poi si aggiungono i molti progetti di iniziativa privata tutti allineati a principi base di un piano guida.

programma riqualificazione ile de nantes   

Il segreto di Nantes

Nantes mi ha colpito sia la tranquillità con cui si intende richiamare e accogliere nuovi abitanti, considerando che si tratta di una città che accoglie già una notevole mixitè sociale, sia la qualità generalmente elevata delle architetture realizzate sia con intervento pubblico che privato e la presenza spesso di soluzioni innovative. Questa è la testimonianza che la definizione di un programma preliminare con alcune indicazioni tipologiche, minime regole compositive e sostanziali indicazioni relative alla qualità degli spazi urbani porta ad un generale innalzamento della qualità dei progetti. Nel caso specifico faccio notare poi che molti degli interventi sono frutto di concorsi pubblici e anche privati gestiti in modo corretto e finalizzati non solo ad avere l'idea, ma soprattutto alla realizzazione concreta di una visione. Insomma Architettura applicata per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Tra le aree di intervento del programma di riqualificazione e crescita di Nantes il progetto urbano forse più significativo è quello dell'Ile de Nantes. L'isola al cuore della città delimitata da due rami della Loira che, da zona portuale/produttiva, è divenuta centro vitale attraverso interventi residenziali, sedi culturali e formative, sedi amministrative, riqualificazione delle rive fluviali. Queste ultime hanno ritrovato il loro valore naturalistico e sono state trasformate in spazi pubblici. Non ostruite da una nuova cortina di edificato continuo sono divenute spazio di mediazione tra l'acqua e i quartieri.

facciata paglia Forma 6 

Bureau per lo Sviluppo della Loria Atlantica
Proprio sull'Ile de Nantes si trova un edificio voluto dal Consiglio Generale della Loria Atlantica e sede della divisione per l'architettura, l'urbanistica e l'ambiente. Situato in prossimità della Piazza della Repubblica ospita sale riunioni, spazi espositivi, centro di documentazione per un totale di oltre 3000 mq.
Progettato dallo studio Forma 6 e consegnato nel 2015 ha ottenuto la certificazione ambientale francese HQE e l'etichetta energetica BBC che viene attribuita ad edifici che consumano meno 50kWh/m²/anno.
L'edificio inserito in un tessuto di edifici pre-esistenti ha una forte identità grazie all'originalità della 'facciata vegetale'. Il rivestimento è infatti in paglia lasciata a vista così che oltre a costituire il completamento dello strato isolante dell'edificio funge anche da finitura esterna. Modalità innovativa di utilizzo del canniccio tradizionalmente impiegato solo per le coperture anche nella regione della Loira.


edificio Playtime Tetrarc Nantes  

Playtime
Tra i molti edifici visitati ce n'è un altro che colpisce. Si chiama Playtime ed ospita un fitness club e scuola sportiva al piano terra che costituisce la piattaforma vetrata su cui poggiano due volumi paralleli ma molto diversi tra loro.
Uno verso la linea ferroviaria, alto e compatto, austero nel suo colore scuro che viene acceso da porzioni verde acido e movimentato grazie ad un tessuto teso di fronte alla facciata interna. In questo si trovano 38 appartamenti e 57 alloggi per studenti.
L'altro fronteggiante un boulevard è ottenuto dall'allineamento di 8 alloggi duplex che hanno la forma iconica della casa con annessa serra che funge da giardino d'inverno.
In posizione intermedia tra i due volumi, sospeso sul tetto giardino del centro sportivo, è ben visibile una giocosa struttura di legno. Una passerella di distribuzione e ingresso alle 8 casette
Questo edificio, progettato dallo studio Tetrarc, ha ottenuto nel 2007 il premio Piramide d'oro della Federazione dei promotori immobiliari di Francia, creato per promuovere la qualità, l'innovazione e le buone pratiche in edilizia.

Conclusioni

In un momento in cui l'indirizzo comune è quello di contenere al minimo l'attività di costruzione perché ritenuta energivora, inquinante e paesaggisticamente devastante, sorprende la previsione di crescita per Nantes e la volontà di attuare un programma finalizzato a far crescere la città. L'elemento importante però è che la crescita non è sinonimo di espansione e non è solo economica, anzi tale tipo di sviluppo è subordinato al miglioramento della qualità della vita nell'area, quindi lo si ottiene attraverso la rigenerazione di spazi pubblici, la riqualificazione edilizia di interi quartieri e l'aumento delle possibilità di accesso alla cultura e alle attrezzature.

Per la riconversione ecologica di una città o di un territorio occorrono degli obiettivi chiari, una visione supportata da scelte tecniche e politiche lungimiranti, oltre che da finanziamenti pluriennali coerenti tra loro. Ma queste condizioni raramente si verificano nella realtà Italiana.
Esempi ci sono e allora un buon metodo è iniziare a conoscerli, Nantes è uno di questi.



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Giulia Bertolucci architetto