giovedì 7 dicembre 2017

ISOLAMENTO TERMICO INNOVATIVO CON I VESTITI


Quando si vuole un risparmio energetico si pensa sia all'isolamento termico della casa che al rinnovo degli infissi. Di quale sia l'intervento più indicato tra i due ne ho parlato nell'articolo “meglio il cappotto termico o cambiare gli infissi?”. Adesso invece voglio riflettere su un ottimo, ma ancora poco conosciuto, materiale per l'isolamento della casa o di un qualunque altro edificio: il tessile riciclato. 
Facendo una ricerca, sia in rete che nelle rivendite di materiali edili, nessuno ti avrà proposto prodotti ottenuti dal riciclo dei tessuti. Sicuramente avrai trovato il sughero, il poliuretano espanso, la lana di roccia e forse la fibra di legno, ma sono sicura che nessuno ha parlato di pannelli da riciclo tessuti.

isolamento termico e vestiti usati

Eppure tra i primi 10 settori manifatturieri dell'Unione Europea c'è l'industria tessile che certamente in futuro crescerà ancora e che già oggi produce circa 12 milioni di tonnellate di scarti all'anno.
Gli scarti possono essere sia quelli della fase di produzione (pre-consumo), cioè fiocchi o resti di cimose, sia quelli derivati dalla dismissione di abiti o di tappezzerie (post-consumo).
Cosa accade a questi prodotti? Divengono rifiuti, che per un 65% finisce in discarica e per un 18% viene incenerito.

Hai mai pensato che si potesse fare isolamento termico con i vestiti usati?

Per quello che riguarda gli scarti post-consumo che derivano dalla dismissione degli abiti, c'è da dire che la situazione è generalmente ignorata, ma se ci si riflette sarà chiaro a tutti che l'uso di sconti e offerte speciali fa aumentare l’impulso all’acquisto e conseguentemente anche la quantità di vestiti inutilizzati nei nostri armadi. E' sempre più diffusa la moda a basso costo, la cosiddetta Fast Fashion, che essendo così economica è una delle categorie di prodotti più venduti, ma le ricerche mostrano che il senso di euforia e soddisfazione post-shopping si esaurisce in poche ore. Questo boom commerciale fa espandere le aziende, ma allo stesso tempo genera alti volumi di rifiuti, Greenpeace infatti dice senza mezzi termini che “La moda di oggi è la spazzatura di domani”.

Nell'Unione Europea, ogni anno vengono generate fino a 2 milioni di tonnellate di indumenti usati, ma solo il 10-12 % degli abiti (magari quelli di maggiore qualità e non certo quelli della Fast Fashion) viene reimmesso nel mercato e rivenduto come usato e vintage, i restanti, 80% e più, vengono esportati nei paesi del sud del mondo o diventano direttamente rifiuti da portare in discarica o bruciare negli inceneritori.

Esiste un'altra criticità non molto conosciuta: l'industria tessile è ad oggi una delle maggiori consumatrici di acqua al mondo ed è anche una delle maggiori responsabili dell'inquinamento di fiumi e mari con le numerose sostanze chimiche utilizzate. Secondo Greenpeace si tratta di 3500 sostanze usate per le tinte, gli ammorbidenti, ecc.
schema gestione rifiuti tessili
Fortunatamente è anche possibile riciclare gli abiti dismessi per farne materieriale da isolamento termico e acustico, assieme agli scarti provenienti dalla fase di produzione, cosiddetti pre-consumo.
Proposte per il loro riciclo: una viene dal progetto INPAT (Impact Noise insulating Panel from Textile industry waste), finanziato dall'Unione Europea, che aveva l'obiettivo di riutilizzare fiocchi e resti di stoffa per fabbricare pannelli isolanti acustici con prestazioni notevolmente migliorate rispetto a quelli più 'tradizionali'. Il risultato di questo progetto concluso nel 2013 è che i pannelli realizzati  hanno prestazioni di isolamento acustico eccellenti, ma hanno anche prestazioni di isolamento termico ottimali (conduttività termica 0,031 W/mK), divenendo quindi dei perfetti sostituti per gli altri prodotti presenti sul mercato, come poliuretani espansi e loro parenti (conduttività termica 0,027 W/mK), forse più economici ma decisamente meno virtuosi. 

Si trova già in commercio questo tipo di isolamento termico?

In Italia abbiamo una ditta che ha investito proprio nel riciclo e riuso dei prodotti tessili per realizzare ottimi materiali isolanti per edilizia. Si tratta di materassini, simili a quelli che utilizzano spesso gli imbianchini per proteggere le superfici dagli schizzi di vernice, ma con spessori decisamente superiori. Sono pannelli da isolamento termico e acustico (Recycletherm Km0) ottenuti dalle fibre provenienti sia dagli scarti delle lavorazioni delle industrie del distretto tessile pratese, sia dal riciclo di prodotti tessili giunti alla fine della loro prima vita. Queste vengono sterilizzate a 180°C e lavorate senza collanti per ottenere prevalentemente pannelli che sono sia ottimi isolanti termici che acustici. Tra l'altro questo isolante già nel 2012 è stato premiato da Legambiente come prodotto innovativo grazie al contenuto di materiale riciclato variabile dall'85 al 100% e alla distanza di approvvigionamento limitata ad un raggio di 15 km dall'azienda.

Proprio su questo prodotto, con StudioAxS, ho fatto un approfondimento tempo fa finalizzato a valutare il costo energetico ed economico, e i relativi tempi di rientro, per un intervento di efficientamento energetico su fabbricato 'tipo', tramite isolamento termico con il materiale ottenuto da riciclo tessuti posato in interno/interacapedine, con densità 50kg/mc.

isolamento termico da riciclo tessuti

I risultati della valutazione

Considerando che l'intento era di studiare un caso di efficientamento energetico di un edificio esistente, per individuare l'edificio 'tipo' si sono fatte delle riflessioni sulla qualità del costruito negli anni del boom edilizio tra il 1950 e la fine degli anni '80 e si è individuata la parete 'tipo' tramite l'abaco delle strutture murarie di edifici esistenti contenuto nell'appendice alla UNI/TS 11300-1.

Dal confronto tra la situazione ante e post intervento sono risultati evidenti alcuni benefici:
  1. benefici economici con un risparmio di circa 290 euro all'anno sui costi di riscaldamento
  2. benefici energetici con un risparmio di energia consumata pari a 185000kWh (ipotizzando un ciclo di vita dell'edificio efficientato di 50 anni)
  3. benefici ambientali grazie ai tempi di rientro di soli 3 mesi, relativi all'energia necessaria alla produzione rispetto all'energia risparmiata in fase di uso (a questo proposito mi preme sottolineare che l'isolamento termico con il poliuretano ha tempi di rientro, dichiarati dai produttori, di minimo 6 mesi e per questo viene anche definito ecologico!)
E' evidente che i derivati dal riciclo tessuti sono decisamente efficaci ed è anche per questo che in un recente lavoro si è scelto proprio di isolare l'ampliamento di una casa con questo prodotto, posandolo in intercapedine. Il risultato è stato strabiliante per il proprietario che in estate ha potuto rilevare personalmente, nelle ore centrali del giorno, una differenza di temperatura tra esterno e interno di 6°C, tale da rendere superflua la spesa per un impianto di raffrescamento.

isolamento termico con pannelli da riciclo tessuti

Conclusioni

L'economia circolare è in questo momento ritenuta la soluzione ai problemi ambientali generati dal modello di consumo spinto al limite, ma per applicare concretamente i principi di un'economia circolare le aziende dovrebbero pensare prima di tutto a soluzioni che allunghino il ciclo di vita dei loro prodotti nell'ottica di prevenire la produzione di rifiuti.

In linea generale, in attesa di abiti e materiali tessili che abbiano una durata emotiva e fisica più lunga e alla luce degli studi sull'impatto ambientale del settore moda e della consapevolezza che con i nostri acquisti possiamo attuare politiche di difesa del pianeta, dobbiamo cambiare il ritmo con cui consumiamo e gettiamo un oggetto.

Alla luce poi delle ricerche nazionali e internazionali, dell'impegno di aziende lungimiranti e delle prove fatte in cantiere riguardo all'isolamento termico con prodotti da riciclo tessuti mi pare evidente che per isolare la casa si possono oggi scegliere materiali virtuosi e con ottime prestazioni.

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Giulia Bertolucci architetto


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